Mezza porzione, prezzo pieno
Un problema evidente è la discrepanza tra quantità e costo. Nei ristoranti che seguono la filosofia della Nouvelle Cuisine, capita sempre più spesso di ritrovarsi
con porzioni ridotte all’osso, magari una “forchettata di pasta” ben impiattata o una fettina di carne elegantemente decorata, accompagnata da un conto che non rispecchia la generosità del piatto. Il cliente si ritrova a pagare cifre elevate non per la qualità del cibo – spesso comunque alta – ma per il lavoro estetico, per l’immagine, per un’idea di “lusso” che poco ha a che fare con il valore reale del pasto.
L’influenza della televisione: colpa dei programmi di cucina?
Un fattore che potrebbe aver contribuito a questa trasformazione è la crescente popolarità dei programmi televisivi di cucina. Chef stellati, gare culinarie e giudici inflessibili hanno trasformato la ristorazione in uno spettacolo, promuovendo l’idea che il piatto debba prima stupire visivamente per poi conquistare al palato. Tuttavia, questo approccio estetico spesso sacrifica la sostanza: il sapore e, soprattutto, la quantità.
La televisione ha abituato il pubblico a idealizzare piatti serviti con precisione millimetrica, presentati come piccole opere d’arte. Se questo è affascinante sullo schermo, nella realtà si scontra con le aspettative di chi vuole uscire da un ristorante soddisfatto, senza il bisogno di cercare una pizzeria per completare la cena.